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Ecco dove ti portiamo a pedalare ...

 

L’area compresa tra Ivrea e Biella dal punto di vista paesaggistico è  caratterizzata dai rilievi collinari dell’Anfiteatro Morenico d’Ivrea, uno dei principali anfiteatri italiani, dai quali si distingue per avere come elemento di forza la sponda del catino (la collina in particolare) invece del bacino lacustre contenuto nel catino, come nel caso dei laghi Maggiore e Garda.

 

 

L’anfiteatro è composto da diversi insiemi geologico-paesistici: le colline, la pianura eporediese, gli affioramenti rocciosi della pianura, i terreni alluvionali posti all’esterno del catino morenico.

 
 

 

I principali settori della cerchia morenica,  distinguibili per specifiche caratteristiche naturali ed antropiche sono tre:
-    il settore laterale orografico sinistro denominato Serra d’Ivrea (comprendente la Serra di Ivrea, dal Comune di Andrate al Lago di Viverone);
-    il settore frontale (dal lago di Viverone all’incisione del Torrente Chiusella) distinto in Morena Frontale Est e Morena Frontale Ovest rispetto al taglio della Dora Baltea in prossimità del Comune di Mazzè);
-    il settore laterale orografico destro denominato Morena della Valchiusella (in quanto sponda sinistra della parte inferiore di questo solco vallivo).

 
 

ll primo caratterizzato dalla ripida bastionata boscata della Serra, una linea retta in direzione nord-ovest; gli altri caratterizzati da profili più irregolari e variamente frammentati. insieme permettono di leggere la continuità circolare del sistema morenico. Nella parte nord-orientale dell’Anfiteatro, precisamente a nord della città di Ivrea, si trovano le colline rocciose, uno dei rari affioramenti rocciosi di granulite basica a livello mondiale. Gli archi morenici tra Romano Canavese e Strambino, Azeglio e Albiano, e il Montebuono a Borgofranco d’Ivrea si collocano invece come elementi puntuali e non più continui all’interno della pianura eporediese.
La pianura interna, costituita da depositi alluvionali antichi e recenti, è solcata in posizione frontale (direzione nord-sud) dal fiume Dora Baltea e in posizione laterale (in direzione ovest-est) dal fiume Chiusella: risulta pertanto suddivisa nelle rispettive aree della destra e sinistra orografica nonché distinta dagli affioramenti rocciosi in una porzione a nord dalle caratteristiche paesistiche tipiche dei fondovalle stretti e una porzione a sud con le caratteristiche tipiche della pianura agricola meccanizzata. L’elemento che caratterizza fortemente gli altri anfiteatri italiani – ossia il bacino lacustre contenuto nel catino morenico -  è qui presente solo sottoforma di “tracce”, mentre acquista maggiore rilevanza il disegno dell’intera struttura e delle “sponde”

 

 

 

I rilievi montani  

A nord del sistema emergono, rispettivamente sul lato destro guardando l’imbocco della Valle d’Aosta, il sistema del Mombarone/Monte Torretta, con sullo sfondo i monti “biellesi” (Camino e Mucrone) e sul lato sinistro  il Monte Gregorio e la Cavallaria, con la sua caratteristica sella che introduce, in secondo piano, alla Bella Addormentata.

 

 
 



La cresta della Serra  

Il profilo degradante della “morena laterale sinistra” (orografica) che si origina  a quota 900 m. s.l.m. dalle pendici del Mombarone e si perde nei rilievi che racchiudono il lago di Viverone, all’incirca a quota 300 m. s.l.m., accompagna con una linea retta, concludendola, la visuale sul lato nord ovest.

Il profilo delle colline moreniche  

Il fronte della morena  verso ovest sud ovest si presenta più irregolare, con una ripetizione di pendii boscati definiti da profili più frammentati che permettono comunque di leggere la continuità circolare del sistema morenico, che si conclude innestandosi sulle propaggini pedemontane che introducono la Valchiusella.

 

 
 

I centri abitati di collina  

Dalla ripida bastionata boscata della Serra si affacciano i centri abitati in posizione più elevata: Andrate (c.a. 800 m.s.l.m), Chiaverano, Burolo, Piverone (350 m. s.l.m).
Sui rilievi morenici del sistema frontale e laterale destro si incontrano i nuclei di Albiano, (solo parzialmente in posizione elevata) e Azeglio, “presidiati” dai relativi castelli, Settimo Rottaro, Caravino, ed in seconda battuta Scarmagno e San Martino.
 

I nuclei e gli edifici isolati in posizione dominante  

In posizione privilegiata, sul crinale della morena frontale nel punto di interruzione creato dall’alveo della Dora Baltea in uscita dall’anfiteatro morenico, il castello di Masino a quota 300 m. s.l.m., si protende sulla pianura dall’abitato dell’omonimo borgo, sovrastante Caravino.
Sul versante della Serra si staglia il campanile romanico di San Martino (quota 400 m. s.l.m.) dell’antico abitato di Perno (Bollengo) comunemente detto il Ciucarun, mentre dal crinale emerge la torre delle telecomunicazioni di regione Broglina  a quota 550 m. s.l.m.; più in basso, sull’abitato di Bollengo, si erge il Castello vescovile.
Infine il Castello di Montalto 340 m. s.l.m. sugli affioramenti dioritici che racchiudono a nord l’abitato di Ivrea.
Dalla morena destra si affaccia la Chiesa di Brosso, situata a quota 790 m. su di un balcone panoramico sull’imbocco della Valle d’Aosta; in secondo piano verso sud est, verso l’alto Canavese, la chiesa ed il pianoro di Santa Elisabetta, si affaccia da quota 1200 m. s.l.m. sui nuclei abitati della Comunità montana Valle Sacra, sopra Castellamonte.
 

 

 

La pianura agricola  

La pianura, per caratteristiche morfologiche, vegetazionali, antropiche e storico culturali che possiede, si configura come omogenea dal punto di vista paesistico. Permangono i segni di antiche strade e centuriazioni (centuratio Eporediae), trovandosi sul tracciato della via imperiale per Eporedia. La copertura del suolo è essenzialmente costituita da seminativi.
L’opera umana nel corso dei secoli ha disegnato il paesaggio agricolo, che si sovrappone al territorio con una geometria regolare costituita da campi, filari, canali, strade e cascine, intervallata da centri abitati. L’andamento dei canali e fossi irrigui, che separano gli appezzamenti, è generalmente intuibile dall’andamento delle piantumazioni o dall’addensarsi della vegetazione. Le aree boscate rappresentano elementi di valore paesistico per il grado di naturalità del bosco ripariale  e di interruzione del sistema agrario con i centri abitati.
Le infrastrutture stradali più importanti (l’autostrada TO - AO,  la bretella autostradale Santhià - Ivrea e la SS26) connotano significativamente la pianura interrompendo la continuità delle aree di pianura e “segnando” il sistema collinare in corrispondenza dei varchi del Sapel da Mur (Azeglio) e Pietragrossa  (Scarmagno).
Un altro elemento di interruzione nel paesaggio, dominante nella piana agricola e’ il fiume Dora che scorre da nord a sud.
Si nota inoltre la presenza di numerose cave di ghiaia, in particolare a cavallo del Fiume Dora e nella piana di Palazzo Canavese, che assumono spesso la funzione di elementi dominanti nel paesaggio. Molte di esse sono ancora sfruttate, altre sono  abbandonate; raramente si tratta di zone sottoposte a progetti di recupero ambientale e quando questo avviene le zone di scavo divengono spesso piccoli specchi d’acqua  artificiali.
Gli elementi di maggior interesse storico-culturale sono costituiti dalle cascine, che testimoniano il passato sfruttamento agricolo del territorio e rappresentano il tipico modello insediativo nella realtà locale.

 

I laghi

 
 

Lago di Viverone

ll Lago di Viverone (Lagh ëd Vivron in piemontese) è il terzo lago più grande della Regione Piemonte, situato nella parte meridionale della Provincia di Biella e confinante inoltre con la Provincia di Torino, in Italia.
È un lago di origine glaciale, formatosi durante l'era quaternaria (così come i tanti laghi a ridosso delle Alpi), provvisto di immissari ed emissari sotterranei.
Oltre che importante risorsa ittica e turistica, il lago di Viverone é un importante sito archeologico di reperti preistorici dell'Età del Bronzo. Nel 2005 è stato riconosciuto sito di interesse comunitario (codice: IT1110020).
 
 

 

 

Lago di Candia

Il Lago di Candia, sito nel comune di Candia Canavese nel Canavese, ad una trentina di chilometri da Torino, è l’ultimo bacino lacustre con elevata naturalità della Pianura Padana piemontese, prima della barriera montuosa rappresentata dalle Alpi Occidentali.
Questa condizione ne fa un’area umida particolarmente importante per gli uccelli, soprattutto durante i periodi migratori e nei mesi invernali.
Dal 1995, il lago e il territorio circostante sono protetti come parco naturale di interesse provinciale e per tale motivo vige il divieto di caccia. La pesca è consentita solo per alcune specie e solo se muniti di regolare autorizzazione. Il Parco naturale di interesse provinciale Lago di Candia è stato il primo Parco provinciale italiano ad essere stato istituito; occupa una superficie di 336,17 ha nella provincia di Torino.[1]
A questa tutela si è aggiunto, nel 2009 il riconoscimento del "Lago di Candia" come sito di interesse comunitario (codice: IT1110036).
 
 

 

 

Lago Sirio

Situato al confine tra i comuni di Ivrea e Chiaverano, anticamente conosciuto come San Giuseppe dal convento omonimo presente su un'altura che lo domina, è il più grande dei cinque; con una superficie di circa 0,3 chilometri quadrati ed una profondità di quasi 45 metri è l'unico ad essere alimentato da una sorgente. Circondato da un ontaneto, costituisce un habitat ideale per numerose specie vegetali e animali tipiche degli ambienti acquatici come germani reali, gallinelle d'acqua, rane e raganelle.
 
 

 

Lago Pistono

E’ situato in una conca scavata dal ritiro di un ghiacciaio del Pleistocene, il quale ha dato origine anche ai restanti quattro laghi della zona (Sirio, Nero, Campagna e San Michele). Oggi il lago Pistono è alimentato dal Rio Montesino, mentre sull'estremo lato ovest si trova un canale artificiale, atto ad alimentare quello che un tempo era il mulino del paese. Il flusso d'acqua uscente è regolato da una piccola diga. L'intero lago è circondato da un itinerario immerso nella natura. Sul lato nord in cima alla collina svetta il Castello di Montalto Dora, che si riflette sullo specchio d'acqua sottostante.
 
 

Lago Nero

Il Lago Nero è immerso nei boschi verdeggianti del comune di Montalto Dora (TO).
Il suo nome deriva dal colore scuro dell'acqua causato dalla fitta vegetazione che lo circonda, è alimentato soprattutto dalla pioggia.
E’ il più solitario ed incontaminato dei laghi dell’Eporediese che incastonato tra ripide colline ricche di boschi, rievoca immagini di battaglie ed imboscate.
 Il Lago Nero è alimentato dall'acqua piovana e da due rivoli provenienti dalla parte Nord; l'emissario si trova invece verso Ovest nella direzione di Borgofranco.
Dalle acque del lago emerge un'isoletta, esattamente nella zona a sud dove si specchia il Mombarone e la sua sagoma vi si riflette imperiosa. Questo specchio d'acqua è inserito in uno scenario agreste coronato da una vegetazione molto fitta che rende particolarmente cupo il colore delle acque, da cui il nome.
 
 

 

 

Lago San Michele

E' il più piccolo dei Cinque Laghi della Serra di Ivrea ed occupa una depressione rocciosa di origine glaciale. Dalle sue sponde si innalza un panoramico promontorio dal quale si raggiunge la chiesetta dei Tre Re risalente all'XI secolo.